Archivi categoria: Spiagge d’Italia

Ecospiagge su Spiagge d’Italia Gennaio/Marzo 2015

Spiagge d'Italia

Strizzare l’occhio alla natura – Aumentare il numero dei turisti ingolosendoli col regalo ecologico

Esiste un portale on-line dove gli stabilimenti balneari possono entrare a far parte del circuito, aderendo come ‘spiagge ecologiche’ per sostenere e premiare il turismo ecosostenibile. Il turista che, infatti, sceglie di raggiungere le Ecospiagge viaggiando in treno, pullman, aereo, e, dunque, senza creare ulteriore inquinamento e traffico, presentando il relativo biglietto, ha diritto ad un regalo ecologico del valore di oltre 10 euro sotto forma di lampade a basso consumo o di kit di economizzatori idrici. Molto spesso è il regalo o il gadget a determinare le scelte di acquisto degli italiani, ed anche in questo caso rappresenta un incentivo molto furbo che gli stabilimenti potrebbero usare per acchiappare più turisti, buttandosi soprattutto sui bagnanti ‘giornalieri’ che preferiscono usare i mezzi pubblici per evitare lo stress di traffico ed esodi. “Per ora le regioni rappresentate sono 8 ma il numero degli stabilimenti è in aumento” ha assicurato Marco Marchetti, uno dei responsabili di Ecospiagge. “Con questo stratagemma diamo la possibilità allo stabilimento di attirare l’attenzione del cliente attraverso il regalo che gli viene assegnato, ma anche di farsi apprezzare di più e in modo diretto entrando nel bacino dei turisti ecosostenibili.” Più in generale, l’allestimento etnico della spiaggia colpisce sempre molto l’immaginario del turista, che si sente trasportato automaticamente in un ambiente idealmente più naturale. Costruttivo dunque, ed anche commercialmente strategico, assecondare l’immaginazione delle spiagge incontaminate. Diventa anche tu una Ecospiaggia.

articolo-spiagge-d'italia-2015

Spiagge d’Italia Aprile/Giugno 2014 – Impronta ecologica

Spiagge d'ItaliaLa crescita di un sentimento ecofriendly e il desiderio sempre più diffuso di abbattere, anche con piccoli gesti, il proprio impatto ambientale, hanno portato molte persone a vivere il mare in maniera responsabile e a cercare realtà che potessero rispettare quei canoni che gli amanti del sentimento ecologico hanno fatto propri. A rendersi conto di questa esigenza è stato Domenico Marchetti che ha scelto di costituire Ecospiagge, un’associazione che senza imporre parametri e vincoli, si propone di fornire indicazioni per una condotta virtuosa e realmente ecofriendly. Temi come il fotovoltaico, il recupero delle acque, il risparmio delle risorse e un turismo sostenibile, ad esempio incentivando i turisti all’uso dei mezzi pubblici per gli spostamenti, sono solo alcuni dei punti sviluppati da questa realtà che cerca di fare scuola guardando al presente e al futuro, spiegando alla comunità balneare come il rispetto dell’ambiente e una gestione illuminata non siano solo un modello di business, ma anche un modo per risparmiare sia in termini economici che di tempo, senza stravolgere un ecosistema che si è andato formando nei decenni e che oggi è a rischio per lo sfruttamento indiscriminato. Anche in questo caso il progetto appare facilmente replicabile e in effetti non mancano i casi positivi, ma è lo stesso ideatore di Ecospiagge ad esprimere qualche perplessità in merito. “Nonostante non vi siano imposizioni o richieste economiche – spiega Domenico Marchetti – è ancora molto difficile osservare una diffusione di certe idee. Vi è molta disparità, sia a livello territoriale che gestionale. Sicuramente l’attrattiva di un risparmio economico derivante dall’adozione di modelli virtuosi è molto interessante per i gestori degli stabilimenti balneari, ma quando si parla di investimenti o di parametri da rispettare la reazione è differente. Non credo che il franchising abbia la possibilità di attecchire in maniera netta e decisa, poiché l’individualismo dei singoli operatori e il desiderio di avere la massima libertà di manovra spesso impediscono la creazione di regole precise. Noi abbiamo scelto questo tipo di modello convinti che attraverso il dialogo, l’esempio e il confronto ci possa essere una certa capacità di penetrazione. Chiaramente ci si rivolge a una platea sensibile ed è pertanto più facile riuscire ad intendersi, ma chiaramente il fatto di non imporre determinati vincoli e parametri ha il suo peso, perché sarebbe sicuramente un qualcosa di poco accettato, se non addirittura rifiutato.” È evidente che, rispetto a un franchising propriamente detto, dove la replicabilità del modello deve di fatto essere totale, dando vita a realtà assolutamente identiche sia sotto il profilo strutturale che gestionale, queste soluzioni rappresentano una formula molto diversa. Eppure già questo tipo di esperienza ha dimostrato come la principale difficoltà risieda proprio nell’aspirazione di ciascun bagno di avere carta bianca sulla propria concessione e di non accettare di buon grado le eventuali ingerenze di altri, nonostante siano gli stessi ideatori dei modelli di riferimento a cui si è scelto di ispirarsi.

Se vuoi entrare in Ecospiagge clicca qui

Spiagge d’Italia – Aprile 2012

BusInEss (eco)sostenibile

L’iniziativa di un gruppo di stabilimenti romagnoli per promuovere la sostenibilità ambientale diventa un format nazionale di promozione e visibilità del settore. Ad alto valore aggiunto.

Uno dei difetti storici degli stabilimenti balneari italiani, soprattutto in aree ad alta densità come quella romagnola, è la loro sostanziale uniformità che li rende di fatto poco distinguibili l’uno dall’altro. Una mancanza di ‘personalità’ di cui ci si è ben poco preoccupati, per decenni, convinti che la clientela comunque non scegliesse con attenzione lo stabilimento dove passare la propria vacanza, e si adeguasse all’offerta più comoda e vicina rispetto all’albergo o all’appartamento dove aveva deciso di soggiornare. Una ‘omologazione’ che, in un approccio di consumo oggi molto più evoluto, apre alla comparazione, proprio perché a parità di scelta è proprio la differenza dell’offerta a risultare la discriminante. In altre parole: oggi di fronte ad una sfilata di stabilimenti che si assomigliano drammaticamente, si tende a selezionare quello che è in grado di emergere dalla ‘massa’ uniforme dell’offerta, sia per immagine che per vera qualità dei servizi proposti. Cosa c’entra l’impegno ambientale con questo discorso? Apparentemente poco, perché in realtà dovrebbe (ma il condizionale è d’obbligo) essere implicito per ogni gestore di stabilimento il dovere di impegnarsi a mantenere il bene pubblico pulito e naturale. In realtà, l’impegno ecologico può svolgersi in modalità molto differenti, e in modo ancor più differente può essere comunicato. Con indubbi benefici di immagine. E di business. “Il messaggio che lanciamo è trasversale e assolutamente libero di essere interpretato e svolto nel concreto, perché ben capiamo che anche le circostanze e il territorio sono molto diversi da regione a regione. In ogni caso, ci piace proporlo più come un movimento di pensiero che come un’ideologia e tanto meno, ci teniamo a sottolinearlo, sotto alcuna categorizzazione politica o sindacale”, spiega Domenico Marchetti, coordinatore di “Ecospiagge” e dell’omonimo sito internet (www.eco spiagge.it) che sostiene la causa ambientalista all’interno degli stabilimenti balneari italiani. “Nato nel 2003 e sostenuto dalla provincia di Rimini – continua Marchetti – il progetto ha preso l’avvio coinvolgendo dapprima una ventina di stabilimenti di Rimini e Riccione, ciascuno con la propria sensibilità sul discorso ambientale. Dalla raccolta differenziata, ai pannelli fotovoltaici, al recupero dell’acqua dolce, ciascuno ha potuto esprimersi con assoluta libertà sull’argomento.” L’approccio in qualche modo amatoriale è proseguito negli anni con esperienze polivalenti, ma anche estemporanee. Parallelamente alla crescita della coscienza ambientalista collettiva e grazie anche alla partecipazione, stagione dopo stagione, alle fiere specializzate l’interesse è via via cresciuto anche da parte degli stabilimenti di altre regioni d’Italia. “Da qui è maturata l’idea di costruire una sorta di network nazionale che idealmente colleghi tutti gli stabi limenti affini per impegno ecologico, li distingua e li segnali per la loro eccellenza ambientale”. Ma la vera svolta è avvenuta lo scorso anno, con l’ideazione di una campagna rivolta al pubblico per incentivare trasporti alternativi all’automobile, premiando il consumatore che si presenta allo stabilimento aderente al progetto con il biglietto ferroviario, aereo o del pullman. Come? Con un kit di risparmio energetico d’acqua o di energia elettrica, fornito dall’Enel. “Un’idea concreta e positiva che ci vede schierati assieme al pubblico, e dunque migliora l’immagine balneare, rendendola propositiva e moderna”, tiene a sottolineare Marchetti. Quali benefici per chi aderisce? Innanzi tutto, la possibilità di Quali benefici per chi aderisce? Innanzi tutto, la possibilità disfruttare liberamente il logo “ecospiagge” sia nello stabilimento sia su eventuali gadget promozionali nella propria zona (adesivi, magliette e merchandising vario, cartellonistica pubblicitaria ecc.). E ancora: la visibilità sul portale assieme a tutti gli altri stabilimenti italiani aderenti, nonché la fornitura di 60 kit di risparmio, per altrettanti omaggi alla clientela. “Cercheremo prossimamente di rivedere la grafica del sito per renderla ancora più moderna ed accattivante. Mi piacerebbe pubblicare una sorta di mappatura italiana delle spiagge ecologiche, per dare al pubblico la possibilità di scegliere davvero la spiaggia a lui più adatta”. Al gestore aderente, oltre ad un piccolo contributo spese, l’onere onore di attivarsi concretamente a favore dell’ambiente, attraverso l’impiantistica e le iniziative più adeguate. “Allo stabilimento chiediamo solo un’auto certifi cazione del suo impegno a favore dell’ambiente, ritenendo che ben capisca quanto sia nel suo stesso interesse rispettare l’impegno assunto, non tanto verso di noi quanto verso l’ambiente e la sua stessa clientela. Ci sono solo dei vantaggi ad essere ecologici”, conclude tenendo che ben capisca quanto sia nel suo stesso interesse rispettare l’impegno assunto, non tanto verso di noi quanto verso l’ambiente e la sua stessa clientela. Ci sono solo dei vantaggi ad essere ecologici”, conclude Marchetti. Un ambiente più pulito e sano, una coscienza più rispettosa ed educata anche da parte della clientela, un’immagine dell’attività più “buona” e positiva, un elemento di distinzione e di carattere che può solo giovare alla categoria e a tutta la collettività.

 

Articolo in pdf